i geni che andavano male a scuola

I geni che andavano male a scuola

L’anno scolastico è in dirittura d'arrivo, gli esami di maturità sono vicini. Qualche prova andata male - forse un'interrogazione orale? - ti ha buttato giù di morale?

Abbiamo visto che diplomarsi entro l’anno nonostante i brutti voti è tutt’altro che utopistico: se ci segui da tempo, sai che ITINERA crede fermamente nella possibilità di adattare il metodo di studio all’intelligenza di ogni studente. Perciò tieni presente che le tue difficoltà forse sono causate da stili didattici non proprio tarati sulle tue esigenze e pertanto la tua intelligenza non è affatto messa in discussione! I

problemi scolastici possono essere una conseguenza dell’ansia da esame, ma esistono semplici rimedi per ridurre lo stress da studio: le difficoltà che incontri possono essere imputabili a una preparazione non all’altezza degli esami che ti attendono, in questo caso possono tornarti sicuramente utili le ripetizioni online per colmare lacune e approfondire gli argomenti problematici, oppure puoi avvalerti delle spesso gratuite e facili da usare app per pianificare la lettura e per prendere appunti e delle app per studiare meglio che ottimizzano i processi cognitivi alla base della memorizzazione. In ogni caso non c’è bisogno di abbattersi, considera che anche alcuni tra i più considerevoli geni della Storia hanno riportato a casa scottanti delusioni scolastiche. Non ci credi?

Partiamo da Charles Darwin, padre della teoria evoluzionistica siglata dal volume “Le origini della specie” del 1859: era ai ferri corti con il padre il quale lo reputava una persona poco pratica e motivata e troppo intenta a toccare concetti astratti che lui non poteva vedere, e finì per ritirarsi dalla scuola di medicina. Di certo non ha fatto la carriera da studente che ti immaginavi, vero?

Di Thomas Edison, visto i successi nel mondo finanziario e industriale (a lui dobbiamo il fonografo e la lampadina elettrica), diresti tutto tranne che non sapesse fare due conti: a quanto pare invece aveva nome di studente incapace e improduttivo poiché la sua concentrazione a scuola lasciava decisamente a desiderare, e la sua inattitudine allo studio della matematica gli costò l’espulsione da scuola a 12 anni. Anche se non era uno studente brillante, ci ha regalato la lampadina per illuminarci da soli!

Nemmeno Albert Einstein - che di certo non è passato alla Storia per essere una persona poco intuitiva - è riuscito a superare al primo tentativo l’esame di ammissione al Politecnico di Zurigo: considera inoltre che il prodigio per eccellenza stentò a parlare fino a quattro anni (facendo nascere il sospetto in chi lo circondava che avesse qualche ritardo mentale). Aveva inoltre in profondo odio le tecniche di insegnamento basate sulla sola memorizzazione, e di certo questo principio ai tempi non gli avrà guadagnato la simpatia e la stima dei docenti: il suo ingegno nella fisica e nella matematica era presente fin dall’infanzia ma non veniva riconosciuto dagli insegnanti, troppo ancorati a metodi didattici che egli reputava tutt’altro che attraenti.

Anche il suo collega in fisica Henri Poincaré aveva alle spalle una carriera scolastica non fonte di orgoglio; nel campo della scrittura, ricordiamo che alcune delle penne più celebri di tutti i tempi - Luigi Pirandello e Lev Tolstoj - ebbero diverse incomprensioni con la carriera universitaria di cui di certo non andavano fieri.

E i politici, spiccavano forse tutti sui banchi di scuola? Probabilmente non Winston Churchill: il due volte Primo Ministro inglese portò a casa una bocciatura nel passaggio tra elementari e medie, per non parlare di più di una sconfitta elettorale che segnò la sua carriera politica, fino ai successi veri e propri quando era già in là con gli anni.

Non possiamo non citare il caso di Bill Gates, il quale passava da giovane più tempo tra i meccanismi dei computer che sopra i libri, con disappunto dei suoi insegnanti: un esempio che un’intelligenza creativa e aperta alla scoperta può esprimersi più sul campo che tra le aule scolastiche. La sua prima start up inoltre non andò troppo lontana, ma da ciò possiamo dedurre che dall’ingegno e dalla costanza si può arrivare fino a costruire un impero miliardario!

E tu, cosa ne pensi? Credi che la genialità sia inscindibile dal successo scolastico oppure i due ambiti possono essere tranquillamente ininfluenti tra loro? 

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